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martedì 22 giugno 2010

Cecità alla luce

Un'amica ha perso gradualmente la vista. Ciò che all’inizio era una piccola macchia nera nel campo visivo, è cresciuta ed ora non riesce più a vedere con quell’occhio.


Ed ora, la stessa tenebra è comparsa anche all’altro occhio. Ma la mia amica sa cosa significa vedere e negli occhi della sua mente riesce a visualizzare i volti ed i fiori, le cascate, le montagne che ha visto nel corso della vita.

Un giorno Gesù si imbatte in un uomo che non ha mai visto un tramonto in tutta la sua vita. Egli è nato, infatti, cieco. Non ha mai potuto vedere come sia fatta la sua mano, non si è mai meravigliato delle sue impronte digitali, non ha mai visto le sue dita flettersi e non ha mai potuto rimuovere lo sporco che si accumula dietro le unghie. Costui è completamente cieco. La sua testa è come una casa senza finestre. Niente luce. Buio totale. Il suo cervello non può discernere le tonalità dei colori e tanto meno la multiformità del creato.

Egli non può perché le capacità di discernere la diversità non si sono sviluppate perché legate a quelle finestre, che sono gli occhi, le quali non si sono mai aperte. In lui tutto è buio. Un uomo immerso completamente nelle tenebre mentre attorno a lui tutto è immerso nella luce. Luce che non può però captare e della quale ignora la natura e può solo postulare l’esistenza. Definitivamente e totalmente cieco. Senza alcuna speranza.

Forse egli si trova al bordo di una stradina di Gerusalemme, seduto con le gambe incrociate ed il mantello disteso a terra per raccogliere le monete che qualche misericordioso potrebbe gettare nel suo cappuccio.

"Ecco giunge la notte," Gesù dice ai suoi discepoli mentre si fermano, "ma io sono la Luce del mondo!".

E quindi, Gesù, mosso come al solito dalla compassione, si inginocchia davanti all’uomo. Il cieco non sa cosa stia accadendo perché ha le finestre degli occhi chiuse. Egli sente che l’uomo che ha davanti, sta grattando il terreno con le mani e poi sputa. Ma egli non vede. Improvvisamente sente il dito di Gesù toccare delicatamente i suoi occhi chiusi e spalmare le sue palpebre da sempre serrate con una calda ed umida fanghiglia. Egli non sa che quel fango è stato impastato con la saliva.

Cosa significa ciò? L’uomo teme per la sua incolumità. Non vede…..

"Vatti a lavare nella Piscina di Siloe” , gli comanda Gesù mentre lo aiuta a mettersi in piedi. La piscina è vicinissima e così a tentoni si incammina giù per il polveroso viottolo pieno di ciottoli mentre con una mano cautamente sfiora il muro per seguire la direzione e l’altra, protesa in avanti, verso quel buio infernale per non urtare.

La cosa strana è che l’uomo obbedisce!! Nonostante le strane azioni di colui che da il comando.

" Quegli andò, si lavò” dice il Vangelo, " e tornò che ci vedeva”.

Una cosa da nulla!!

Ma Gesù era ancora li?? Sembra proprio di no. Il giovane cerca tra la folla. Ha udito il nome dell’uomo che lo ha toccato tanto che ai primi che incontra e lo fermano a causa dell’evidenza del miracolo egli dice: “Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va' a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista”

Immagina la scena. Tuo figlio ventisettenne cieco dalla nascita, torna improvvisamente a casa spalancando la porta pieno di elettricità euforica ed irrompe nella sala da pranzo. "Mamma" grida, "Io vedo!". E mentre abbraccia forte sua madre, le lacrime gli scendono giù per il volto.

"Giacobbe!" esclama la donna, "Corri, Simone, nostro figlio ci vede! Ci vede!".

E chi è costui che guarisce? Chi è questo uomo che si inginocchia davanti ad un mendicante e gentilmente gli sfiora gli occhi? Chi è quest’uomo?

Qualche giorno dopo Gesù incontra di nuovo Simone per strada. " Tu credi nel Figlio dell'uomo?" chiede Gesù.

Simone riconosce la voce di quel volto che non ha potuto vedere; poi ricorda le parole: “Io sono la luce del mondo!”. Ed alza lo sguardo, per la prima volta, non verso ma dentro al volto del Maestro per inciderlo nella memoria e non dimenticarlo mai più. " E chi è, Signore, perché io creda in lui?».

Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui».

Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.

Alcuni farisei con aria di autosufficienza scuotono il capo alla vista del Maestro e dell’uomo inginocchiato nella polvere. Gesù guarda verso di loro.

" Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi…………… Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane".

Interessante. Il cieco vede e l’autosufficiente diventa cieco.

Chi dei due sei tu? Colui che ha passato gran parte della sua vita nelle tenebre e che solo ora inizia a vedere qualche scorcio della Luce del Mondo? Oppure uno degli autosufficienti, che scuote la testa cinicamente, incapace di riconoscere il Figlio di Dio che sta in piedi davanti ai tuoi occhi?

Luce, tenebre. Cieco, vedente.

Chi segna la differenza? Gesù!

Il testo di questo racconto si trova in Giovanni, capitolo nove.

Fammi un regalo. Leggilo. Rileggilo, fallo per me! Prega!

1 commento:

  1. Preghiera davanti al Crocifisso



    O alto e glorioso Dio,
    illumina le tenebre
    del cuore mio.
    Dammi una fede retta,
    speranza certa,
    carità perfetta
    e umiltà profonda.
    Dammi, Signore,
    senno e discernimento
    per compiere la tua vera
    e santa volontà.
    Amen.

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